notturno
Si agitò. Mosse le gambe per avere il contatto con le lenzuola. Le piaceva sentire il fruscìo del tessuto pulito che scivolava morbido lungo il suo corpo. Si copriva sempre fino al mento, anche quando faceva talmente caldo da togliere il sonno.
Si chiese di nuovo se dovesse prendere un sonnifero. Era certa che non avrebbe dormito: era difficile prendere sonno con la testa piena di pensieri. Allungò un braccio sul comodino, ma lo ritrasse subito. Se avesse bevuto qualsiasi cosa per dormire non si sarebbe svegliata bene per la sala operatoria. Rinunciò, aumentando il volume del televisore.
Un documentario sul processo di Norimberga. La storia del terzo Reich la inorridiva e appassionava da sempre. Provò a seguire le immagini. Filo spinato, ebrei in mesto cammino nei lager. Spalancò gli occhi: aveva visto decine di volte quelle riprese, eppure ne soffriva ancora.
Si abbandonò sul cuscino. Scosse la testa, avvertendo il lieve rumore della federa stropicciata.
“Non dormirò”, disse a voce alta.
Poi la mente divagò. Luca in viaggio, il contratto con un giornale che le era arrivato inatteso, il gatto che dormiva beato ai suoi piedi.
L’intervento della mattina successiva, la festa del sabato precedente…
Chiuse gli occhi.
Come sempre, si addormentò prima di spegnere il televisore.