lei e io

 In Racconti, Racconti Brevi

Inutile provare a descrivere. Una donna non può capire.

Quando guido mi sento perfetto. La potenza del motore è la mia potenza, il rombo degli ingranaggi è in sintonia con i comandi che, solo sfiorando, impartisco alla macchina.

Corro perché è la mia mente a fuggire in avanti. Mai fermo, sempre proiettato verso un di più che ottengo e poi lascio andare. Perché correre è la mia vita.

Guido da solo, la strada libera davanti a me, solo qualche altra automobile veloce da superare con discreta superiorità, e mi sento appagato. Sono felice di essere lì, in corsa, con la macchina che è il prolungamento del mio corpo, della mia forza.

Ho provato a descrivere a mia sorella, la donna che forse può capirmi più delle altre, ciò che provo quando guido a velocità che lei giudica folle, ma il suo sguardo era cortese, non partecipe: la cortesia è il preludio dell’incomprensione.

Siedo in macchina e le gambe si fondono con il sedile, con il pedale di accelerazione. Le mani sfiorano la pelle che ricopre il volante come si sfiora una bella donna, solo che il fremere della bella donna non sempre è in sintonia con il mio: la mia macchina non sbaglia un ritmo.

Guidare è godere.

Come si può non capire?

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