la nebbia

 In Racconti, Racconti Brevi

Questa mattina nebbia.

L’ho detto a mia moglie, che ha alzato gli occhi dalla tazza di caffé e li ha subito abbassati con un lieve sospiro.

La nebbia è rassicurante. Lo so, quando sono in autostrada (e mi capita almeno sei o sette volte in una settimana) la mia famiglia è in pensiero per me (che cosa vorrà dire, poi…), però io nella nebbia sono felice. Mi fa pensare a me stesso, e non ai soldi che devo spendere, guadagnare oppure regalare, o alle lamentele di Patrizia perché non sono mai a casa con lei, o ancora ai gridolini di Giulia se le dico che non posso andare a trovarla perché sono fuori città. Patrizia mi vuole a casa per il gusto di vedermi lì con lei e magari scaricarmi addosso le sue ansie, Giulia mi vuole nel suo letto perché lo trova divertente e anche per la voglia di togliermi a Patrizia per un po’. Meno male che c’è nebbia…

La nebbia è nebbia, fuori e dentro.

E’ una sospensione del tempo.

Nella nebbia macino chilometri con la radio accesa, e fingo di non sentire il telefono che squilla. Tanto poi dico che la nebbia mi ha impedito di rispondere. Guardo il telefono e immagino l’espressione di chi mi sta cercando invano: il mio socio, bello e stupido, che non vedo l’ora di scaricare, Giulia, con quegli occhietti furbi che si illuminano quando ride e quel modo di baciarmi tenendomi il viso fermo con una mano, Patrizia, nella sua bellissima veste da camera, come una dea che attende il proprio servitore, i miei figli… I miei figli che sono ciò che di più bello mi sia capitato, ma sanno come prendersi gioco di un padre innamorato solo di loro.

La nebbia entra nella mia testa, ed è così piacevole dimenticare la vita per un po’… Cullarsi della sensazione che tutto possa accadere senza ferire.

La vita passa e se ne va.

La nebbia è il sospendersi della vita.

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