il leprotto di casa mia

 In Racconti, Racconti Brevi

C’è un luogo che non ha nome. Una casa semplice immersa nel bosco, con la valle e il lago e un leprotto che corre qua e là. Non lo vedo mai, il leprotto. Vedo le sue impronte sulla neve oppure sull’erba, trovo le primule un po’ schiacciate e capisco che lui è venuto qui, si è preso gioco della mia curiosità ed è scappato via. Forse è nascosto dietro a un cespuglio, dietro a quei funghi con i puntini rossi, e mi guarda ridendo. Ride di me, il leprotto, sono sicura.

Ride della mia solitudine, di quel tic tic tic quasi continuo quando batto sui tasti del computer, unico lusso concesso in questo luogo di niente e di tutto, per scrivere la mia fantasia.

Ride di quell’uomo che ogni tanto compare e che mi fa sorridere tanto da restare felice per giorni e giorni. Quell’uomo che legge e commenta e corregge e critica e sa amare tanto bene a patto che sia lui il primo a non saperlo.

Il leprotto mi guarda, festeggia con me il Natale e il compleanno solitari e controlla il mio bambino, sì, il bambino che c’è ed è felice ogni minuto della sua vita e lui il leprotto lo vede, vanno anche nel bosco insieme per guardare i fiori. Il mio bambino e il leprotto non colgono i fiori: ho spiegato che non si deve perché i fiori sono vita e la vita non va tolta a nessuno. C’è già troppa gente che toglie vite e speranze e gioie e bambini…

Il leprotto saltella nel sole, in questa primavera che inzia con la gioia di esistere.

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