cosa fanno le tue mani, a tra poco

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Non manca molto. Non so contare i giorni e non mi interessa farlo: il tempo è una manciata di significato che cambia con gli istanti, l’amore, gli umori e il desiderio. Un libro in uscita, si dice così, e i giorni sembrano anni e le idee si accavallano insieme alla voglia di tagliare, allungare, cambiare, rivedere oppure chiudere gli occhi per fingere che la storia non sia stata scritta. Viene il momento della sospensione della lettura, almeno per l’autore, ed è il momento in cui si deve abbandonare l’idea del cambiamento. Il libro nasce, basta così. Non manca molto, in ogni caso. “Cosa fanno le tue mani” uscirà nel mese di novembre e sarà lanciato (ma quanto mi piace dire così, lanciamo un libro: per dove? In alto o in avanti? Come sarà questo lancio?) a Milano, la mia città (ammesso che ne abbia realmente una) il 3 dicembre, alla libreria EQUILIBRI di Marina e Fabiana in via Farneti 11. Alle 18.30. L’anno scorso alla presentazione milanese di “Diario di melassa” la nevicata storica impedì ad alcuni, ma non tutti, di arrivare: andai da EQUILIBRI convinta che avremmo discusso piacevolmente in tre o quattro anime avventurose, invece notai che la sala si riempiva di gente con il cappello bianco di neve e i guanti sulle dita rosse per il freddo. Qualcuno addirittura affrontò chilometri a piedi. Questa volta spero che la neve non imponga traversate con la slitta.

Non ho ancora visto la copertina: in proposito ho sentito voci che devono ancora mettersi d’accordo tra loro, ciò di cui sono sicura è che l’autore della fotografia, qualunque essa sia, è Alberto Luini; le sue fotografie sono sulle copertine di “Una storia ai delfini“, “Diario di melassa“, “Le parole del buio” e “Esser grandi è una fiaba“. E’ un tributo, o forse una piacevole tradizione affettiva, ma anche il segno della passione per il talento fotografico di Alberto. Mi diverte quando qualcuno commenta “Fate tutto in casa”: sono affari miei, e non vedo il problema. “I racconti delle bacche rosse” è stato illustrato da Valsa Luini, figlia di Alberto: ebbene sì, faccio tutto in famiglia. Aggiungerò che “Cosa fanno le tue mani” esce in forma cartacea tradizionale, cioé è un libro da toccare e frugare e spiegazzare e riaprire o sottolineare, se vi va, ma ha anche un video che è una specie di “audiolibro” per i sordi. Un videolibro, in effetti. Nel video c’è l’interpretazione della storia in LIS, il linguaggio italiano dei segni. Regista e sceneggiatore del video è Filippo Gatti, mio fratello. Filippo è l’autore anche del trailer di “Diario di melassa”, che ha meritato i complimenti da persone che stimo molto, e da giornalisti che hanno voluto mandarmi messaggi proprio per commentare il trailer. Accade infatti che Filippo sia sceneggiatore, quindi fare tutto in famiglia significa solo scegliere là dove la professionalità già esiste.

“Cosa fanno le tue mani” esce con Historica, la stessa casa editrice di “Diario di melassa”. La distribuzione dovrebbe essere un po’ migliore rispetto al passato (anche se aspetto di vedere e sentire, sono i lettori poi a giudicare la qualità della distribuzione: hanno il diritto di trovare facilmente il libro se lo desiderano). Il romanzo, già tanti lo sanno, è definito erotico. Perché l’erotismo che c’è è descritto in modo vivido e realistico, perché non ho voluto risparmiare o sorvolare sulla relazione fisica e sessuale tra i protagonisti. Il sesso nella storia di “Cosa fanno le tue mani” è motore, significato e concretizzazione di sentimenti, paure, ricordi e incubi. E’ anche amore, per fortuna. Che la libertà dello scrittore sia sancita dal mio tacere sui libri che amo e non contengono erotismo, e da quelli che invece lo dipingono con abilità rara. Sono curiosa di scoprire, nel futuro prossimo, i commenti e le sensazioni dei lettori di “Cosa fanno le tue mani”. Sorvolo sempre poco sul sesso, in realtà: i racconti erotici che pubblico quando ne ho voglia, i precedenti romanzi hanno probabilmente già detto che mi piace scrivere l’erotismo quando penso che abbia un senso nella storia, ma questa volta la penna BIC blu è andata più pesante sui fogli a righe. E l’eros è scritto con segni marcati e vivaci.

Manca poco, dicevo. In questa stanza al terzo piano di un albergo che da anni mi osserva scrivere, sulla piazza di Pontedera, penso ai giorni sgranandoli e non riesco a contarli. Perché non mi va. So che un giorno stringerò in mano il libro non più mio, e già non lo è, già si è allontanato dalla penna BIC blu per entrare altrove. Con una copertina che ancora non ho visto, con l’erotismo vivace e l’impatto sui lettori che vedrò. E mi lascerà qualcosa addosso. In ogni caso.

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