cultura, ricerca e disabilità

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In questo spazio virtuale le letture sono reali, e reale è la partecipazione dei lettori. Chiacchieriamo di amore, pensieri, desideri, erotismo, navigatori satellitari, spiagge, malattie, salute… Ora ascoltiamo questa voce. E’ la voce di Daniela Schirru, affetta da ipoacusia ma non per questo rassegnata alla rinuncia a ciò che la vita può offrire. Daniela è una studentessa disabile all’Università di Cagliari e la sua lettera (l’argomento è il taglio dei fondi per i disabili) è stata pubblicata su “L’Unione Sarda” il 17 novembre 2010.
«Sogno il dottorato e non mi fermo davanti ai tagli o agli ignoranti»

Mercoledì 17 novembre 2010
Sono d’accordo con Cristian Martis, l’autore della lettera “Tagliati i fondi per i disabili / «Ma io voglio diventare ingegnere» pubblicata il 2 novembre 2010. Sono anch’io una studentessa disabile (ipoacusica) iscritta all’Università di Cagliari. Per la precisione, al secondo anno fuori corso di Lingue. Il mio obiettivo è un dottorato di ricerca sulle lingue dei segni parlate nel mondo. Questo anche per essere d’aiuto a tanti altri ragazzi, audiolesi e no, che vogliono comunicare attraverso il linguaggio gestuale e testuale. Lo so, è un sogno. Ma io credo nei miei sogni e non voglio mollare, anche se a qualcuno farebbe piacere. Lo studio delle lingue è importante quanto lo studio dell’economia o delle scienze. Anche io ho usufruito del servizio Prendiappunti per 150 ore. Quest’anno ne ho appena 30 (incluso il servizio di Aiuto allo studio). Fino a dicembre, poi si vedrà. Non voglio lamentarmi, spero che a gennaio si trovi una soluzione. All’università mi sono trovata molto bene. Mi sono immersa molto volentieri nelle lezioni linguistiche, che ho sempre seguito con tanta passione e interesse, nonostante il mio difetto uditivo. Ce l’ho sempre messa tutta per sconfiggere i pregiudizi, vincere la mia sfida. E mi sforzerò di andare avanti. Anche se con le conversazioni di gruppo ho qualche difficoltà, cerco sempre di ascoltare e di capire bene. Chiedo alla ministra Maria Stella Gelmini e ai cosiddetti “ignoranti” di immedesimarsi in noi disabili, che lottiamo per realizzare i nostri sogni. Non vogliamo essere “buttati” in un angolo da una società che non ci dà sbocchi. E non vogliamo dipendere dagli altri. Abbiamo tanto da dire da fare, non solo perché siamo disabili, ma prima di tutto perché siamo persone. DANIELA SCHIRRU – SAN SPERATE

Si tenga ben stretti i suoi sogni, gentile lettrice, perché sono i sogni di noi tutti. La Sardegna ha bisogno di giovani intelligenti, determinati, capaci di impegnarsi con tenacia e spirito di sacrificio. Le discipline di ambito linguistico sono affascinanti e spero che lei trovi docenti illuminati che la guidino nella sua ricerca sulle lingue dei segni. Ma non dia per scontata la perdita del “Prendiappunti” o di altri servizi. Mentre studia, si batta insieme ai colleghi (non solo i disabili!) per i suoi diritti. Perché anche quelli sono diritti di noi tutti: la società che esclude i meritevoli sta commettendo un suicidio. DANIELA PINNA

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Showing 6 comments
  • Lorenza Caravelli

    Complimenti a Daniela, averne di giovani motivati e coraggiosi così. E complimenti a questo blog, che non si smentisce mai.

  • MariaGiovanna Luini

    mi verrebbero tante banalità a commento, ve le risparmio; certo che tagliare i fondi per l’aiuto alla cultura, all’evoluzione e allo sviluppo positivo delle persone è folle, se penso a certe cifre che si sentono per altre cose…

  • lucia rusconi

    Purtroppo, capita sempre più spesso, che si prendano decisioni che hanno solo effetto immediato, non c’è progettazione, non c’è ricerca, non si riesce a vedere oltre la punta del proprio naso. Così saremo sempre costetti a rincorrere soluzioni dell’ultimo momento. Qualcuno dovrebbe trovare il coraggio di puntare su educazione e cultura già da oggi, solo così potremo pensare al futuro con un minimo di serenità,ma……….

  • Daniela

    Sono la protagonista di questa lettera… E’ vero tagliare fondi per una cosa giusta è stata la mossa più sbagliata che questo governo potesse fare. Anche ora questi tagli stanno provocando tanti problemi. Io, poi, usufruisco di sole 4 ore a settimana per andare in facoltà, e ciò mi porta a sentirmi tagliata fuori dal mondo universitario, quando invece vorrei essere più dentro… Certo potrei andare anche con alcuni colleghi, senza dovermi mettere d’accordo con l’ufficio disabilità, ma non ho fatto molte amicizie, e ciò anche a causa del trasporto disabilità, che per i primi quattro anni veniva a prendermi a casa, e dovevo sempre correre, non potevo neanche parlare con i miei colleghi dopo la fine della lezione perché loro erano lì, ad aspettarti, e se mi vedevano parlare o seduta o da sola o in compagnia, dovevo interrompere la conversazione sul più bello. Ora l’ho mollato e vado con mio padre, ma al ritorno prendo il bus, con una mia collega o da sola, come quando andavo a scuola, dove mi muovevo molto bene da sola… Tengo molto a realizzarmi, a dare qualcosa di bello a tanti bambini, ragazzi, aiutandoli in questo campo, dove spesso sono tagliati fuori. Vorrei solo che questo governo ritorni sui suoi passi, e dia più valore alla cultura, alla conoscenza, perché la comunicazione è un fattore molto importante, su tutti gli aspetti. E la cultura ci può aiutare molto a realizzare tante cose belle… 🙂 Io non voglio assolutamente mollare, con o senza questo decreto.

  • Daniela

    Ancora grazie a Maria Giovanna per il suo intervento… 😉

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