la pace al Supercondominio, chi costruisce e chi distrugge?

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Strane riflessioni da condividere oggi. Strane e forse inutili, ma chissà. Mi conoscete abbastanza da sapere che afferro il granello di sabbia e la fantasia lo trasforma in una duna, e mi piace soffiarci sopra per vedere cosa succede.

Questa mattina un risveglio traumatico ha suscitato emozioni e un pensiero sulla pace. Su quanto sia semplice e difficile insieme. Su quanto sia una nostra responsabilità. Perché penso che dovremmo operarla, questa pace che ci piace tanto, e farlo nella realtà del giorno, nelle case e nelle strade, in ogni gesto che decidiamo di compiere o ci sfugge involontario. A Milano si apre oggi, 18 novembre, “Science for Peace”, il congresso mondiale della Fondazione Umberto Veronesi che parla di pace. Cosa può fare la scienza per la pace? La domanda è intrigante e complessa. Certo, la scienza dovrebbe avere ruolo primario e gli scienziati potrebbero costituire una luce piena, una strada da seguire al di sopra di interessi economici e politici ed egoismo variamente declinato. Però qualcosa non funziona, la pace cui aspiriamo si allontana invece di avvicinarsi. Cosa possiamo fare noi, allora, non sempre scienziati, per ottenere e rendere salda la pace?

Perché non siamo in pace. Non lo siamo nelle nostre case, nel luogo di lavoro, non lo siamo nelle strade e in treno, non lo siamo e basta. E niente facciamo per cambiare la situazione, ci aspettiamo che siano sempre e solo gli altri a fare qualcosa per noi.

Questa mattina, erano circa le 6,20, ho controllato il telefono cellulare prima di prepararmi per il lavoro in IEO e ho trovato un sms che purtroppo ho già visto altre volte: “Tentativo di intrusione nel veicolo targato XXXX”. Abito a Opera allo Sporting Mirasole, definito di recente dalla nuova Proprietà un “Supercondominio”. Che emozione, un Supercondominio! C’è anche un servizio di vigilanza interno, pagato da noi inquilini; addirittura una guardia armata! Quanto lusso in un quartiere che ospita anche le case popolari e un imprenditore da qualche anno ha deciso di “riqualificare”…

Già, quanto lusso. Dicevo che questa mattina ho trovato l’avviso dell’antifurto, mi sono vestita in fretta e sono scesa: avevo parcheggiato di fronte al civico 25, in piena vista (salvo nebbia) e in un posizione dove la vigilanza avrebbe notato senza difficoltà eventuali malintenzionati. Pochi metri, la mente era pronta a vedere ciò che nel 2011 mi è capitato altre due volte: la macchina scassinata con una voragine nera nel cruscotto, priva di autoradio e navigatore satellitare. La mente sbaglia poco quando prevede cose del genere, o forse tende a sottovalutare perché in realtà la macchina era sconvolta da una specie di uragano: sedili posteriori e vano portabagagli divelti e sporchi di fango, e, come previsto, niente più radio e navigatore satellitare. Un lavoro che ha richiesto tempo e ha fatto rumore. Nessuno ha visto o sentito (avevate dubbi?). Le proteste alle due guardie giurate (una intenta a leggere il giornale non ha nemmeno alzato la testa) hanno ottenuto la nullità totale di reazione perché, come è noto, “Non si possono controllare mille macchine”. Dalla portineria non è stata effettuata segnalazione alla Proprietà, il furto sarebbe quindi passato sotto silenzio.

Ebbene, prima di uscire dal caso personale e ritornare al discorso sulla pace aggiungo che dall’aprile 2011 a oggi sono stata oggetto di tre furti come questo, e non sono da sola: non mi consola sapere che la notte scorsa altre cinque automobili hanno subito il medesimo trattamento e, nel corso di questo anno, decine di inquilini del Supercondominio Sporting Mirasole sono stati derubati più volte oppure hanno ricevuto atti di vandalismo. Con la vigilanza che non ha visto oppure ha casualmente tenuto aperta la sbarra di accesso per tutta la notte. I Carabinieri che raccolgono le denunce con gentilezza e professionalità non possono fare altro che rendersi immediatamente disponibili, ma è certo che sia per loro impossibile prevenire atti che il “Supercondominio” di una “superproprietà” dovrebbe invece ritenere inaccettabili. Ci stanno riqualificando, mica uno scherzo… Peccato che nella riqualificazione ci siano solo le tinteggiature delle facciate (la società della facciata, tutto ciò che esiste è una facciata e niente altro), l’abolizione per regio decreto delle antenne paraboliche e nessuna cura per la sicurezza della gente.

La pace, allora. Eccola lì. E’ ovvio che non la desideri e non la operi chi di notte crea danni ripetuti alla proprietà altrui. Non la desiderano i ladri, i vandali, i basisti o coloro che volutamente ignorano crimini che potrebbero essere fermati. Ma, e questo è ugualmente grave, non riesce facile neppure a chi subisce danni come questi. La reazione di rabbia, che aumenta insieme al numero di oltraggi subiti, suscita altra guerra e peggiora le cose. Perché quando ricevi un danno, un furto, una ferita la prima cosa che fai è tentare di restituire la cattiveria. Poi magari ci pensi, ti fermi e perdoni. Capisci che se alzi i toni scateni l’azione e la reazione, e non ne esci più. Perdi di vista l’origine, non sai chi abbia iniziato e non è neanche più rilevante: c’è il male, solo quello.

Come decidiamo di reagire a chi ci fa del male stabilisce il limite: pace o guerra?

L’unica domanda che avrei realmente voluto porre a coloro che hanno devastato la mia automobile la notte scorsa è: “Questa mattina avrei dovuto raggiungere un ambulatorio dove visito donne che hanno tumore al seno. E se fosse tua moglie ad aspettarmi invano in quell’ambulatorio?”. Credo valga per tutti, per la nostra piccola, grande importanza nel mondo. Riceviamo e doniamo, e le azioni hanno conseguenze che dovremmo considerare. Parliamo di pace e guardiamo all’Iran, al Medio Oriente, agli Stati Uniti che ci sembrano demoni oppure eroi, e nel vialetto di casa riceviamo danni e ne facciamo a nostra volta reagendo senza considerare cosa succederà dopo. Tocca a me e ad altri cinque oggi, al Supercondominio in riqualificazione: cosa faremo? Useremo la rabbia o perdoneremo? Cosa accadrà dopo? Credo che la pace inizi proprio da questo.

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Showing 2 comments
  • anna
    Rispondi

    Mi dispiace molto per quello che ti è successo. Non è giusto. E capisco la tua rabbia e il senso di impotenza.

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