una visita e una medaglia (a Parigi)

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Bene, allora sentite questa.

Capita che incontri persone e mi chieda quale senso abbiano questi incontri. Me lo chiedo perché apparentemente un significato esiste, annodato ai grumi di un’esistenza che, mi rimproverava oggi un amico, qualche volta sembra eterea, rarefatta, aliena da una concretezza necessaria. Vivo in un cielo che non sempre mantiene i contatti con l’ambiente che chiamano “realtà”. Insomma, ci sono incontri che uno ricorda con stupore.

Ero, ieri, nel mio ambulatorio mattutino. Penso di avere già raccontato che l’ambulatorio di solito mi piace perché amo ascoltare, guardare, condividere parole e emozioni con le persone. Bando alla retorica scema del medico in missione, ci credo sul serio: visitare resta nel mio DNA come un piacere anche se ormai sono diventata scrittore quasi a tempo pieno anche per il mio amato IEO. In ambulatorio, dunque, lasciavo scorrere la mattina e chiamavo via via i nomi segnati sul computer. Fino a lei. Entra ed è bella, bionda, giovane. Più giovane di me, molto. E’ una chirurgo plastico, sana e perfetta. Sorriso, abbigliamento appropriato e molto upper class, spigliata e sveglia come deve essere un chirurgo donna (altrimenti i colleghi uomini e i pazienti se la mangiano). Controllo gli esami, la visito (tutto benissimo), si siede e allarga il sorriso.

– Sa, ho avuto un’esperienza meravigliosa e sento che devo raccontargliela. Adesso riderà, ma le voglio parlare della Madonna.

Non ho riso, non mi sogno di farlo. Le ho subito detto che in ambulatorio ricevo tanti e tanti racconti, alcuni appaiono davvero improbabili ma credo a tutti. Non sono lì per mettere in dubbio, ma per ascoltare ciò che la gente ha voglia di dirmi. E la Madonna compare spesso: ho una paziente che la sogna, riceve da lei indicazioni esatte su ciò che accadrà. Da questa paziente ho scoperto che esistono le lacrime della Madonna, per esempio. Glielo spiego. Perché mai dovrei ridere?

– Beh, comunque le avrei raccontato in ogni caso. Sono stata a Parigi in rue de Bac.

Ecco, a questo punto ammetto la mia ignoranza. A malapena conosco le vie principali di Parigi, che esistesse rue de Bac mi era oscuro. E che in quella via, peraltro bellissima, ci sia una chiesa (la Cappella della Madonna Miracolosa) andava oltre ogni mia informazione. Con curiosità ho lasciato che mi spiegasse che nel 1830 la Madonna è apparsa proprio in questa cappella e ha “dato” una medaglia al mondo. Potete leggere la storia qua e là su internet oppure già la conoscete, più preparati di me. Poi la donna ha tirato fuori dalla borsa un sacchetto di cellophane pieno di medagliette e me ne ha regalate due: una per me e una per mio marito.

– Dottoressa, a me sono accadute tante cose da quando ho scoperto l’esistenza di quella chiesa e sono ritornata a casa con la medaglietta. La Madonna dà segni molto concreti, tangibili, è una giusta… La tenga con sè e, mi raccomando, se va a Parigi ne prenda altre e le regali. Parigi, si ricordi, Parigi…

Parigi. Dopo un silenzio perfetto ha aggiunto:

– Non so perché, ma sentivo l’urgenza di dirlo a lei. Dovevo dirglielo, una ragione ci sarà.

Prima di uscire mi ha abbracciata e si è commossa. Lacrime e gioia, mani che stringevano forte le mie braccia.

Mi sono seduta alla scrivania, ho controllato il nome successivo sull’elenco e ho chiamato. Dalla porta ho visto entrare una donna che non avevo mai incontrato. Elegante, sofisticata, mezza età splendida. L’occhio allenato a leggere in fretta ha notato che sul questionario che chiediamo di compilare prima della visita aveva scritto “grave depressione”. E sono partita da lì.

– Come sta?

Basta la domanda. E se la prima non funziona si passa alla seconda.

– Vedo qui che ha scritto “grave depressione”.

Poi ci si mette in modalità “ascolto”. E si fanno funzionare tutti i sensi per cogliere anche le sfumature. Il colloquio è stato lunghissimo, la visita senologica marginale. Vita, esperienze, divorzio, la figlia, prove tragiche. E la scrittura, perché dopo venti minuti di domande con risposte profonde, varie, sbiadite o colorate ho scoperto che questa donna scrive. E scrive bene. Credevo di avere trovato il modo per agganciarla a un valore, alla creatività che salva. La sua depressione grave avrebbe potuto trovare un canale ulteriore e più forte per alleggerire la presa. Bla, bla, bla, tanti bla molto belli fino al termine del nostro incontro. Le ho chiesto di inviarmi il manoscritto del libro che ha scritto e qualche racconto.

– Ha fatto proprio bene la mia amica a consigliarmi di venire da lei. Grazie, grazie davvero.

L’ho vista incamminarsi verso la porta. Si è fermata.

– Ah, sa una cosa? Questa mia amica, tra l’altro, mi ha regalato un viaggio a Parigi. Dice che mi servirà per stare meglio, pensi che grande regalo. Parigi!

So che state pensando alle coincidenze. Ci ho pensato anche io. Parigi. Ho deciso, in un barlume di irrazionale libertà, che le coincidenze non esistono. Ho afferrato il primo foglio che ho trovato sulla scrivania, impugnato la BIC e scritto: “RUE DE BAC, Cappella della Madonna Miracolosa”.

– Ci vada. Non so perché ma mi ascolti. Vada là.

E sapete cosa? Secondo me il senso esiste, anche se non so quale sia.

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Showing 9 comments
  • Rina Accardo
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    Stupenda! Ce l’ho anch’io, e la tengo con me. Non credo sia stato un caso imbattermi in questa testimonianza, credo invece abbia un significato. Grazie.

  • Rina Accardo
    Rispondi

    Una medaglietta che non ritrovo…e questo articolo – stupendo – adesso mi dà l’input per ricercarla.
    Non è un caso che abbia letto, sono convinta che ci sia un significato recondito in tutto ciò. GRAZIE!

  • Paolo Egidio
    Rispondi

    MariaGiovanna,
    le tue parole e ciò di cui parli hanno sempre il potere di colpire l’anima. E’ il dono che hai della scrittura ed insieme questi episodi commoventi che mi fanno venire la pelle d’oca.
    Pensa che la mia nonna era molto legata a questa medaglietta della Madonna del Miracolo, il cui culto è anche a Roma, nella Chiesa di Sant’ Andrea delle Fratte e noi quando siamo a Roma ci andiamo in “pellegrinaggio” ed abbiamo avuto l’opportunità di acquistare la medaglietta da una signora che faceva volontariato e che, colpita da tumore al fegato ci raccontava che , grazie all’aiuto della Madonna , viveva questa sua vicenda col sorriso sulle labbra !
    Per me è stata una testimonianza molto commovente.

  • vania clementini
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    Una visita e una medaglia…che storia fantastica sembra già il titolo di un libro! Ma lei ha un modo di raccontare le cose…praticamente solo leggendo le prime righe mi ha trasportato nell’ambulatorio ed ero lì insieme a lei!per me è stato come un piccolo viaggio,com’è bello leggere tutto quello che scrive! mi travolge! grazie Vania

  • Bianca 2007
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    Anch’io mi sono chiesta tante volte il senso di certi incontri.Per molto tempo mi sono stupita ma trovavo normale anche lo straordinario incurante della responsabilità d’andare a fondo e chiedermi.Ora so che fa parte di un tutto, grande, misterioso, imperscrutabile, al quale dobbiamo inchinarci e cercare d’esserne degni nell’armonia circolare che abbraccia,avendone attenzione e cura affinchè nulla venga turbato o incrini quell’armonia.

    Credere è conoscenza nel cuore.
    A volte trasmessa e con semplicità fatta essenzialità di vita e comportamento.Spesso conquistata faticosamente o per grazia ricevuta. In tutti i casi sempre un dono immenso.

    Anche a me fu regalata,tanto tempo fa, quella medaglietta con relativa preghiera,da un’amica carissima e di fede. Allora sorrisi…ma abbracciai l’amica e non mi separai mai da quella medaglietta. Non ricorro sovente a Lei,con la costanza e devozione che dovrei. Ma so,con certezza assoluta che amorevolmente sto sotto al suo manto.Con tenero amore vigila su di me, mi guida sulla Sua strada,distogliendomi da dove io potrei deviare e smarrirmi.Con bontà a Lei mi RIconduce e perdona.
    E questo è il miracolo ch’io vivo ogni giorno anche senza rendermene conto.

    Un bellissimo racconto MariaGiovanna.Quasi commovente come per candore mai adombrato da dubbio.Grazie,Mirka

  • MariaGiovanna Luini
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    Grazie per i vostri commenti, per le testimonianze che ricevo qui e via email… Sono stata travolta, piacevolmente, dal potere di Amore di questa medaglia che ogni giorno regala parole e persone che mi commuovono. Sono tante e tali le lettere che ricevo da farmi pensare che quell’incontro in ambulatorio abbia un senso preciso, un senso anche per me. Così forte e meraviglioso.

  • lucia
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    I casi, le casualità. Ieri una persona che non vedevo da trent’anni (29 per la precisione!)mi ha portato da Parigi una medaglietta della stessa Madonna. Eì stato un incontro quasi inaspettato ci eravamo sentite la scorsa settimana con la promessa di rivederci. Ieri è successo e con lei il dono di quella medaglietta

    • MariaGiovanna Luini
      Rispondi

      Già, Lucia. Appunto.

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