e ti guardo

 In Blog, Racconti

Qualche volta succede, esci prima di me e ti incammini nel corridoio, la mano destra aggrappata a una valigetta pesante e la sinistra libera di frugare nella tasca della giacca per scovare il telefono. Non ti accorgi o forse fingi di non vedere. Ti seguo, osservo i tuoi passi che hanno un rumore unico, una specie di metallo secco che batte e rimbalza e non ha pause lunghe. Tac, tac, tac. Vai veloce o lento, ma il rumore non cambia. Quando arrivi e ti avvicini alla nostra porta sono i passi ad annunciarti, e non si sbaglia: sei tu e tu solo.

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