dolore

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Ha nome, ma forse non ha senso. Il pugno che strizza il cuore e il respiro che, più veloce, va al ritmo di un battito a salti.

Da sempre è difficile attraversare indenne il sentiero di ciò che cambia. Rovista nell’anima il ricordo, avvinghiato al controllo impossibile di eventi che rotolano.

Andrà bene. Bene. Andrà.

Sola, ascolto il ronzio del computer e i tasti a battere. Tocco l’assenza. Non c’è il resto di una vita che potrebbe esistere. Non c’è la gioia di avere indovinato. E spingono parole di lama, come ferite.

Ha un nome, ma forse non ha senso. Si chiama dolore.

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