le donne salvino le donne

 In Blog, I racconti del taccuino, la posta del cuore (?)
Adriana Pincherle

Adriana Pincherle

Di recente una testata giornalistica mi ha chiesto di scrivere un breve pezzo sul femminicidio. L’ho fatto volentieri perché tra le forme di violenza più stupide, insensate e prive di qualsiasi attenuante c’è il femminicidio. Femminicidio che è una brutta parola, e non mi dispiace che sia così brutta: solo la bruttura può raffigurare l’orrore di una violenza ignorante. Ignorante. E qui sta il punto: l’ignoranza è il male del femminicidio, il suo motore, la sua genesi.

L’ignoranza ha una caratteristica positiva: è reversibile, cioè si può curare eliminandone le conseguenze. Mutuando dalla medicina, l’ignoranza è un male curabile, e lo è tanto di più se la cura è somministrata precocemente e con esempi di vita. In fondo è la stessa cosa per alcune malattie: se le conosci sai evitarle o ridurne la pericolosità.

Penso che la cultura che salva la gente dalla violenza debba nascere insieme ai bambini, fare parte del loro nutrimento con il latte materno e il cibo dello svezzamento, della crescita, dei passaggi alle età successive. Nel 2012 è uscito un libro che ho amato molto: “Siate liberi”, l’ho scritto con Umberto Veronesi per Salani. Un libro destinato ai giovani, molto letto e apprezzato anche dagli adulti. Nella scrittura di “Siate liberi” ho potuto riflettere sui vincoli che assillano ogni bambino, su quanto la nascita porti a una condizione di assenza totale di libertà: si dipende dai genitori, dalle condizioni sociali ed economiche della famiglia, poi dalla scuola, dalla società, dagli amici… Insomma, diventare liberi è difficile. Che ci piaccia o meno ammetterlo, alcuni bambini (troppi) nascono e crescono in situazioni familiari e sociali di disagio, di assenza di amore, di distorsione culturale che porta, per esempio, a concepire la donna come un possesso, una custode del focolare priva di diritti e dignità. Come può crearsi un’immagine corretta del ruolo femminile un bambino che assiste in casa a scene quotidiane di sopruso, svalutazione, dominio della donna da parte del compagno?

Quando si vuole aiutare qualcuno a imparare si fanno due cose: si inizia l’insegnamento molto presto e lo si correda con esempi quotidiani. Agire su bambini e adolescenti, quindi, e incarnare ogni istante l’amore che si vuole trasmettere. Chi può insegnare ai bambini, ai ragazzi e magari anche a qualche adulto meglio delle donne stesse? Chi ha un DNA predisposto alla pace, alla tolleranza, alla pazienza? Le donne.

Ci aspettiamo che la soluzione del femminicidio arrivi da leggi severe (comunque necessarie), ma è una cura per il sintomo e non per la causa della malattia. Serve la prevenzione, e per prevenire dobbiamo eliminare la causa. Dobbiamo curare l’ignoranza. Nelle famiglie, nelle scuole, in ogni contesto lavorativo e sociale ci vogliono maestri pazienti e inflessibili che correggano comportamenti e modi di dire, perché diventi impensabile apostrofare una donna con frasi offensive o apprezzamenti sessuali, perché una sberla “scappata così” non sia più considerata accettabile nel nome dell’amore. Ma quale amore? Se esiste violenza, l’amore non c’è: a questa regola non esiste eccezione.

L’ignoranza va curata e può migliorare fino a sparire, le sue conseguenze possono trasformarsi in atti meravigliosi e nell’evoluzione civile della società. Possiamo buttare via violenza ignorante e dolore senza che ne sopravvivano pericolosi residui. Le donne hanno un ruolo importantissimo. Quando si organizzano le campagne di informazione per spiegare la prevenzione di una malattia si decide di puntare sulle donne: sono pronte a ricevere il messaggio, sono vivaci e coraggiose per salvare la vita a chi amano. Mai sentito parlare di donne che spingono i familiari a farsi controllare, a vivere in modo più sano? Perfino le campagne che dovrebbero parlare agli uomini strizzano l’occhio alle donne, i grandi comunicatori lo sanno.

La donna sia maestra, per salvare se stessa.

 

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Showing 7 comments
  • lucia
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    Credo che questa pagina dovrebbe essere affissa nelle bacheche delle scuole e ogni donna dovrebbe leggerla alle donne che conosce. Grazie Giovanna c’è efficacia, come sempre, nelle tue parole. Un abbraccio Lucia
    P.S. comincerò io col metterlo in evidenza nella mia scuola

  • MariaGiovanna Luini
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    Grazie, Lucia. Le semplificazioni sono sempre difficili e parziali, ma iniziare dall’educazione, dalla cultura è la migliore prevenzione. So che è impopolare dirlo, ma se i bambini (maschi e femmine) imparassero che la dignità della persone rende impensabile l’insulto, la sberla, il possesso… Se imparassero che rispetto ai maschi il genere femminile ha pari diritti, pari doveri, pari possibilità di reagire a un’offesa rimandandola semplicemente al mittente… Quante volte la bambina diventa adolescente, poi donna ed è convinta che in fondo un po’ di violenza in un rapporto sia il segno di amore, di interesse vero? E’ una distorsione crudele e sbagliata, ma esiste. Perché un uomo spesso si sente offeso da un insulto e la donna invece trova quasi “normale” essere “un po’ strapazzata”?

  • Bianca 2007
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    Un bell’articolo MariaGiovanna. Insegnare alle donne a NON avere paura d’essere intelligenti imparando a RIconoscere il NON amore dalle prime avvisaglie anche se abilmente mascherate,affrontarne le insidie con altrettanta chiara e decisa abilità è arte che si può imparare sempre,anche dopo esserci cadute per “ignoranza”,anche per naturali predisposizioni alla sottomissione. Forse la scuolaPalestra in questo senso non finisce mai. Un’abbraccio grande,Mirka

    • MariaGiovanna Luini
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      Un abbraccio grande a te! Riconoscere l’amore e non confondere con altro, esercizio che dovremmo imparare subito e spesso invece sembra così difficile.

  • Bianca 2007
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    Vero Mariagiovanna,spesso si confonde perchè non si è riusciti a liberarsi veramente dai propri condizionamenti di un passato remoto quando ancora navigava in pancia. Resta sempre e comunque il coraggio della ricerca,la voglia di meritarsi pienamente tutto l’amore che ci si deve.Mirka

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  • […] letto e sono rimasta incantata dal bellissimo articolo sul femminicidio presente su blog di Maria Giovanna Luini. La senologa e scrittrice presenta una visione del fenomeno che mi trova molto d’accordo, e […]

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