riflessione vaga sul cibo

 In Blog, I racconti del taccuino, la posta del cuore (?)

IMG-20110311-00166Un giorno potrò dire di averle provate tutte. Le diete, intendo. A volte penso che se mi mettessi alla scrivania con la voglia di raccontare potrei tirare fuori il libro del secolo: in un’epoca che legge soprattutto cuochi veri o improvvisati e ha il miraggio della salute eterna attraverso l’alimentazione potrei inventare il manuale delle diete viste “da dentro”. Cioè da chi ha speso tempo, soldi, energia e speranza per tentarle tutte. Pensate al boom editoriale: oggi in classifica ci sono libri che parlano di cibo oppure del Papa, qua e là spiccano, ma sono meteore, libri appena più profondi per controbilanciare il senso vago di presa in giro. La “summa” di tutte le diete spaccherebbe il mercato.

Le ho provate tutte, davvero. E non che siano state un fallimento. Anzi. La percentuale di successo nell’immediato è alta, anche se l’età che cresce rallenta l’entusiasmo di un corpo sano, vivace e solido ma un po’ stufo di cambiare marcia quando butta dentro cibo. Provate a dire, nominate una dieta… Potete essere certi che io l’abbia assaggiata. Ho perfino seguito le indicazioni di una guru inglese che ti infila in mano una lista di alimenti e basta, se mangi solo quelli resti magra e sana per duecento anni almeno: non mancava certo di logica, mancava di buonsenso. Come puoi credere che un essere umano accetti di trascorrere l’esistenza con una manciata di alimenti neanche tanto appetitosi per provare a diventare eterno? Se devo essere eterna, che mi sia data facoltà di godermi la bellezza del vivere, altrimenti tanto vale.

Il punto è che di cibo si vive, di cibo si gode ma si può anche morire. Si muore per fame, e ce ne dimentichiamo troppo spesso, ma si muore anche per la sovra-alimentazione. Per la scelta sbagliata. Perché abbiamo a portata di mano ciò che potrebbe nutrirci, ma potrebbe anche ucciderci. E non è insistendo su ricette, fiction e reality con cuochi apprendisti o esperti che possiamo fare prevenzione vera. Non è tentando di imitare giovani bellezze diafane e atletiche che si affronta il senso di inadeguatezza fisica che i modelli che i media propongono insinuano in noi. Chi ha problemi con l’alimentazione non riesce certo a guarire se ha davanti un esempio adamantino di limpido e ferreo controllo: ce la fa per un po’, poi crolla e si sente peggio. Perché il problema di base non è risolto.

Non rinnego ciò che anche io scrivo. Ho scritto “La dieta del digiuno” con Umberto Veronesi per Mondadori (insieme a Lucilla Titta) e sto scrivendo, ancora per Mondadori, un libro insieme a Marco Bianchi. Lo faccio perché sento che esiste la possibilità di infilare la scienza vera e un po’ di buona creanza nei consigli e nelle riflessioni etiche sul significato di mangiare. O non mangiare. Lo faccio perché spero che la gente intuisca che scegliere meglio è possibile, senza sentirsi obbligati a farlo se le abitudini e i bisogni sono differenti.

Dovremmo rendere il cibo una cosa piacevole e normale. Dovremmo sapere rinunciare quando serve e mangiare quando è il corpo a chiederlo. Vi siete accorti che raramente gli animali ingrassano se sono lasciati a sé, se possono decidere da soli quando e quanto mangiare? E i bambini? Perché ingrassano, e quando? Abbiamo disimparato ad ascoltare il nostro corpo, che nasce con la perfetta abilità di segnalare se ha fame, sete, e di cosa ha bisogno: abbiamo ricoperto l’istinto con le indicazioni, i dettami, le lezioni, i suggerimenti, le filosofie e le scienze. Mille gradazioni di melassa, e amen.

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Showing 4 comments
  • lucia
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    Io le ho provate -quasi- tutte! Mi sfugge una cosa nella riflessione che faccio quando penso che dovrei dimagrire: “Perché io considero il cibo un piacere e non semplicemente un dovermi nutrire? Perché provo piacere, non solo a mangiare, ma anche a preparare cibo? Perché quando con gran fatica riesco a dimagrire un po’ immediatamente subentra un irrefrenabile desiderio di trasgredire in modo compulsivo? Sono sempre stata magra (fino ai 48 anni) mangiando in modo normale di tutto, perché adesso devo esagerare?” Sono arrivata ad una conclusione che è consolazione, vado bene come sono, i miei abbracci sono sicuramente più morbidi! Ciao Giovanna ti voglio bene

    • MariaGiovanna Luini
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      Sei meravigliosa!

  • Gallo Rita
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    Io sono nata con la dieta,fino all’età di 8 anni sono stata una bambina quasi normale col peso…..poi la lievitazione,il massimo della mia magrezza è stata una tg 48 ma non mi lamentavo,adesso lotto con i miei chili ogni giorno,sto imparando a mangiare sano grazie anche ai vostri consigli e a quelli di una dietista,ma alla prima occasione di infelicità o amarezza cerco nel cibo quella felicità che mi manca a volte anche in modo compulsivo e poi sto peggio di prima xkè arrivano i sensi di colpa…..insomma un disastro. 🙁

    • MariaGiovanna Luini
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      Il problema è essere nati con la dieta, non te ne liberi più finché capisci che è stato proprio quello l’inizio dei tuoi guai. Troppa enfasi sul cibo.

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