la prospettiva del rosso
Ho voglia di lasciarmi sedurre. Le tende chiuse e i canali là fuori, un silenzio che rende questa città uguale. Uguale a ogni altra, con l’ombra che incastra i frammenti di luce.
Vorrei. Che tu fossi nel respiro della gente, e le strade vuote e le calli risuonassero gli unici passi che amo. I tuoi, i miei passi fusi nel volo.
Cuscini, e carta bianca con le righe per scrivere. E segni, blu scuro a macchie di inchiostro su una bottiglia di prosecco che lucida scioglie manciate di ghiaccio nel cestello d’argento.
Ci sei, ho il tuo odore che bussa dietro la porta chiusa . Fingo la tua assenza e immagino – lenta, ancora un po’ – che sia l’illusione della città sommersa.
Venezia è solo Venezia, e la stanza con gli specchi è una coltre spessa che toglie le ali all’amore.
Ho voglia di lasciarmi sedurre. La prospettiva del rosso a guardarci mangiare il tempo occulto del nostro erotismo di amici.