camminavano sospesi
Non era un luogo, era un tempo. Il tempo unico, puntiforme ma dilatato della loro reciproca presenza, il tempo delle parole scarne e piccole ma così piene di sottinteso. Camminavano e nessuno dei due alzava lo sguardo, le mani a sfiorarsi con i mignoli pudici e i piedi a scandire una marcia ovattata, tenue, sicura verso una meta che non conoscevano.
– Quindi cosa ti ha detto?
La frase uscì casuale, dopo un istante non ricordavano chi l’avesse pronunciata.
– Mah, le solite cose. Tutto bene, qualche malattia qua e un incidente là ma tutto sommato niente di drammatico. Vendono la casa della nonna, anche questo. Sai…
La voce cadde. Non importava. Non c’erano conseguenze al loro camminare, niente senso nel dire o tacere.
Bianca era bella, chiunque avrebbe detto così. Bella perché leggera e bionda, bella perché i denti candidi e dritti sorridevano bene. Bella perché, piccola nella sua aria indifesa, attirava la simpatia e l’amore: non era un amore passionale – difficile immaginarla travolta dal desiderio e dal piacere – ma un amore durevole, saldo, dolce come lo zucchero delle caramelle rotonde incartate in bianco. Roberto la amava così, senza che tra loro esistesse più un contatto, un soffio di erotismo: la amava e basta. Ai tempi del loro primo incontro aveva pensato che avrebbe rivoluzionato la vita per lei, ma non era accaduto: era stata una rivoluzione interiore, ma la vita era andata avanti uguale. Forse avrebbe dovuto mostrare più coraggio e rompere il matrimonio, forse sarebbe bastato tendere la mano perché lei la afferrasse: le due mani unite, legate, forti avrebbero creato un’altra realtà, un mondo alternativo e parallelo capace di trascinarli via. Chissà.
– A cosa pensi?
– Niente, così.
Così. A niente. E camminavano, ancora. Sospesi nell’assenza di una meta.
Quanta dolcezza in queste parole, magari non ho capito niente, ma in questa delicatezza sento comunque tanta passione, un amore forte, una vita ricca.Bello, bello.
Bellissima tensione fra i due. Erotica e non erotica al tempo stesso. Mi ricorda una scena de L’età dell’innocenza, quando Daniel Day Lewis in carrozza tocca le mani della Pfiffer, fanno l’amore con le mani, pudicamente e voluttuosamente insieme. La tua coppia si ama sfiorandosi, manca quel millimetro in più e tutto potrebbe accadere. Sliding doors
la tensione, lo sfiorarsi, le parole scarse che sono corollario e musica di sottofondo…
Proprio come nelle fiabe. La Mariagiovanna prima maniera. Credo d’aver cominciato a volerti bene proprio da lì. Mirka
grazie, Mirka… MariaGiovanna sempre lì, ti abbraccia