sguardo in una mattina
Poche righe, forse. Immersa nella mattina fredda di sole che in una tregua provvidenziale ha spaccato la pioggia sono imbalsamata (vivace e infiammata di energia) sulla sedia per la parte di lavoro che è scrittura.
I desideri si realizzano, state attenti quando desiderate. Anni fa desideravo (e ribadisco il desiderio oggi) vivere di scrittura e occuparmi degli altri senza l’obbligo di un cartellino da timbrare. In realtà non ho mai timbrato cartellini, e per quanto la scelta appaia folle la rivendico oggi con la stessa orgogliosa dignità, ma sono arrivata anche a quella compenetrazione della scrittura nella vita quotidiana che tanti, solo quattro anni fa, avrebbero creduto impossibile. Niente è impossibile ai desideri carichi di certezza, a patto che si lasci alla natura il modo per realizzarli.
Siedo e assaporo la pausa tra un pezzo di scrittura e l’altro. I gatti si stanno abituando alla mia presenza diversa, ai viaggi che detestano (quando Camillo nota il trolley fa ogni cosa possibile per distruggerlo) e alle ore e ore di tic tac sui tasti del computer per i romanzi, i saggi, i blog, gli articoli, le sceneggiature eccetera. Eccetera, cioè la scrittura che è vita.
Questo è un piccolo sguardo, le palpebre lavate da una maturità bella. Avete letto qualcosa di Deepak Chopra? Andate a cercare e leggete, chissà che vi doni una perla segreta da coccolare nell’anima.