gli istanti del quarzo
Amo le pietre, la trasparenza e i colori. I riflessi impazziti nei raggi tiepidi del sole.
Le mie tasche, le borse, la scrivania sono pieni di cristalli: quarzo jalino, quarzo rosa, ametista, ossidiana… Prima di iniziare l’ambulatorio di Medicina Energetica in via Plinio accarezzo a lungo queste mie pietre, ne regalo quasi sempre una ai pazienti perché la portino con sé.
Ieri qualcuno mi ha chiesto se ogni mattina scrivo. Potrei rispondere sì, non sarebbe vero. Sarebbe vero e non vero insieme. Non sono mai stata capace di mantenere un’abitudine, ho scoperto la fedeltà come un comportamento naturale e non un concetto della mente. E forse nella mancanza di abitudine si nasconde la più grande delle abitudini: non riconosco obblighi, se non quelli (a volte eccessivi) che la coscienza impone.
No, non scrivo ogni mattina ma sì, lo faccio. E cambio genere letterario, cambio amici pure continuando ad amare quelli che fluttuano nei giorni, cambio il colore dei capelli e il rapporto con Dio.
Ho dato un’occhiata a Facebook appena sveglia, una foto bellissima di Mario pubblicata a luglio da sua moglie. Ripenso a quanto ci siamo detti, a un luogo che abbiamo amato entrambi con la voracità genetica che si assomigliava, e la delusione. Ripenso ai sorrisi, alle risate, a un progetto che è stato l’ultimo nostro discorso. Un progetto “fuori da là”.
Adesso che ci penso, un’abitudine esiste anche per me. Mantengo le promesse. E i progetti che sogno con i miei amici.