gli aggiornamenti di vita, pensiero e cuore e Saturno che oscilla

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10945824_10204794293450264_1022503270590746319_oCiao, amici fedeli e non fedeli. E’ meraviglioso scrivere con la neve che cade a fiocchi grossi a tre metri da me, fuori da una portafinestra che protegge e ripara senza togliere luce. Non capisco chi dice di non amare la neve, a me risveglia pensieri da bambina e da fata, un volo leggiadro e il silenzio di ovatta fresca di un campo da sci prima che la gente inizi a popolarlo. Adoravo sciare: quando un incidente stradale mi bloccò nel 1990 era il mio sport preferito, dedicavo tempo ed energie e mi piacevano le gare. Detto oggi fa un po’ ridere perché il livello di allenamento attuale si tiene su grazie alle lunghissime e impervie camminate con Alberto ma non è minimamente paragonabile a quegli anni: tra gare di sci, schettinaggio, gite sulla neve senza la pausa per mangiare (amavo troppo sciare), novanta vasche senza interruzioni in piscina ero un’altra persona. Più giovane, certo, ma soprattutto con un corpo abituato al movimento intenso e quotidiano: forse per questo lo schianto in autoambulanza provocò danni ma non fu la tragedia assoluta che avrebbe potuto essere. Chissà, parliamo a posteriori di un destino che solo tra un po’ di tempo conosceremo nella sua compiuta globalità. Insomma la neve mi fa danzare con le idee e la scrittura.

L’altroieri ho consegnato il nuovo romanzo alla mia agente e aspetto (con ansia, ma fingo di no) il suo parere. La scrittura di questo romanzo è stata l’immersione nella favole e nei ricordi, nella realtà e in ciò che avrebbe potuto essere. E’ stato come strappare un cerotto da una piaga in via di guarigione e rivivere acutissimo, straziante, un certo dolore: l’ho fatto perché era necessario, l’ho fatto perché sapevo e so che questo avrebbe portato a una guarigione più vera. Mi sono innamorata con i protagonisti, ho pianto con loro, ho guardato dritto negli occhi il senso della vita anche quando sembra che non ci sia. Non dico altro, se non che il romanzo si ambienta in un ospedale e i personaggi non sono gli stessi de “Il male dentro“. Ho certezza che alcune persone che hanno fatto parte della mia vita avranno la tentazione di identificarsi  e sarà inutile spiegare che non funziona così. Perché in effetti non funziona così: il romanzo è il massimo della finzione e il massimo della realtà, una realtà che esiste davvero e si svolge in una dimensione differente. La realtà che consideriamo nostra e quotidiana, ammesso che esista sul serio e la vita non sia un lungo sogno, assomiglia spesso a ciò che leggiamo nei libri semplicemente perché la vita ha più fantasia di qualsiasi scrittore, e anche perché esistono scrittori (come me) con una vibrazione quasi medianica. Mi è già capitato di anticipare con la scrittura eventi poi accaduti nella realtà quotidiana (anche in modo piuttosto impressionante): ogni volta che succede non ho spiegazioni perché scrivo con un furore, uno stato di rapita concentrazione, un estraniamento tali che poi – a lavoro terminato – non ho quasi idea di cosa sia nato dalle mie mani e dalla mente. Adoro disseminare simboli nelle cose che scrivo, soprattutto nei romanzi: simboli cioè tracce, allusioni, lampi di consapevolezza ed enigmi. In ogni romanzo metto almeno un richiamo a un altro dei miei romanzi senza che esista un motivo o una continuità tra i diversi libri. Simboli, tracce, sorrisi allusivi a chi sa perché mi segue da vicino (come faccio io con tanti scrittori che mi appassionano).

A proposito di Saturno che oscilla in quadratura proprio nel mio cielo. Marco Pesatori, grande filosofo che tiene gli occhi al cielo ma conosce benissimo la terra, mi diceva giorni fa che per una come me Saturno messo lì a fare pulizia è una grande opportunità interiore. Beh, devo dire che ha ragione. La vita che cambia non è facile ma l’interiorità che evolve è un dono, sempre. Anche se lì per lì fa male. Sono saturnina davvero, a quanto pare, perché questo silenzio più vuoto ricco di profondità e rinnovamento è un ambiente che sembra nato per me.

Questo post di chiacchiere e distintivo racconta le novità a manciate. Per esempio, da qualche tempo mi trovate in altri blog oltre questo. Cerco di distribuire me stessa qua e là e seminare suggestioni che si assomiglino senza ripetersi: chi ha voglia di impiegare tempo può ricostruire un quadro realistico e istantaneo di chi io sia oggi. Ecco i blog:

– Assedio Bianco, con il Direttore Paolo Rossi Castelli (grande amico): sarà online tra poco, ecco il LINK

– Cultora: “I pensieri del medico scrittore” – ecco il LINK

– Sdiario: “Doctorwriter” – ecco il LINK

Chi è più attento ha già notato che in questi blog (compreso quello in Assedio Bianco, non ancora online – vedrete) sto raccontando in modo sempre più chiaro il mio concetto di medicina olistica. L’essere medico al servizio della gente con amore e senza frazionare corpo e anima.

Vado avanti con molta gioia nella collaborazione con Starbene (Mondadori) e voglio ringraziare il mio amico Alessandro Nicolò Pellizzari il cui sito personale è luogo di culto e di mia dipendenza psicologica (vistatelo, mi direte).

I fiocchi di neve si fanno più sottili e rapidi. Il gatto Camillo dorme sulla scrivania, accoccolato su un vecchio golf che ho destinato al suo riposo. La mia giornata di scrittura prosegue, e proseguono le presentazioni dei libri. “Il mio mondo è donna” sta galoppando (grazie davvero a tutti anche a nome di Umberto Veronesi e Mondadori) e “Il male dentro”, gioiello del mio cuore, ancora viaggia (grazie anche per questo).

Grazie anche con tutto il cuore per il successo enorme di #SENONLOSAI: avete colto il significato di quell’ebook, che è un dono e un servizio di Alberto Luini e Lucilla Titta (con Nicoletta Carbone e con me) a tutte le donne. Potete scaricarlo a 99 centesimi in tutte le librerie online e risponde a ogni possibile domanda sulla salute del seno.

Vi amo, pace a voi.

 

 

 

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