se solo si inventasse il tempo ogni istante
La pioggia, il sole. Il silenzio, le parole. La bellezza perfetta dell’essere mai uguale. L’evoluzione è un tremito lungo e impaurito o una cavalcata gioiosa e folle per chi ha compreso il senso di ciò che siamo. Godere e non raccogliere le provocazioni dell’eccesso di razionalità, non badare al peso di un vuoto dell’anima solo apparente. L’anima non può essere vuota e il tempo è la creazione geniale, la migliore per chi ha bisogno di scacciare l’angoscia con un prima e un poi.
L’anima esiste, ed esiste il corpo. Esiste uno spirito. Siamo, a dispetto delle costruzioni variopinte di una temporanea cecità che abbiamo scelto prima di nascere. La creatività che oggi conosce i limiti del corpo finge di digerire se stessa, di sminuzzarsi nel nome di una ragione che è solo una parte. La parte per il tutto, la parte che oggi si vuole ingigantire per placare l’angoscia del dubbio. Eppure la mente è tanto più in là, tanto più grande e infinita e ricca.
Ascolto voci e noto immagini, e non importa che le palpebre siano aperte o chiuse. Scrivo, abbandono il pensiero e lascio che accada. Lascio che l’energia vorace e splendida scateni colori e divampi di emozione, esploda nel fluire liscio dell’inchiostro. O dei caratteri in un computer. Qualcuno, e più di qualcuno, ha detto che la mia scrittura cambia. Da un certo punto in poi (il romanzo prossimo) non è più la stessa. Tutte le scritture vanno, non si fermano a guardare; da tempo so che che la mia ha un volo e un destino fluido e generoso, sta ri-trovando e ri-conoscendo se stessa.
Sorrido. Ricordo. Vedo. Mi piace chiamare magia ciò che scopro grazie a un dono soffuso e lieve, potentissimo e segreto. Mi piace scrivere di amore senza che la vergogna di una retorica si intrometta più nelle decisioni. Se l’amore fosse una parola sarebbe fuori moda, ma è parola solo per chi ne ha paura.
Chi sussurra la scrittura ha ali enormi e il mio volto trasfigurato. Aspetta di parlare con me, con voi, e non sa perdere pazienza e gioia. E ha la saggezza di miliardi di vite.
Se si inventasse con il cuore spalancato – di nuovo – il tempo ogni giorno, ogni istante, potremmo intuire chi siamo.