non è che manchino le parole
Le parole ci sono eccome, e ci sono i pensieri. E’ l’uso dei pensieri e delle parole a creare una differenza.
Parole usate per cercare la notorietà, parole a caso, parole che salvano e curano e parole che condannano. Parole pubblicizzate tanto da sfinire, parole nascoste in modo ingiusto, parole che accarezzano la mente e il cuore e l’anima, parole messe lì per scaricare un dolore che spacca il fiato. Parole a mannaia, parole a petalo di fiore. Parole insiemi casuali di lettere e sospiri, parole a centellinare emozioni e amore. Parole che cercano un consenso che durerà una settimana, parole eterne da scolpire nella memoria.
Si può scegliere la luce oppure no, ogni scelta è libera. Si può decidere di inventare quando non si dovrebbe oppure ci si può affidare a un rigore fittizio imponendo limiti alla fantasia e all’anima. Si può volare o strisciare rasoterra.
Una piccola, minima pagina di diario oggi: minima ma non per questo meno amata. L’amore non ha gradazioni: è, oppure niente. Una pagina di diario appena prima di uscire per andare in ambulatorio e incontrare persone, appena prima di donare un tocco di leggiadra spensieratezza al trucco e raggiungere la festa di “F” insieme a Nicoletta Carbone (la mondanità a giuste dosi è divertente). Una pagina di diario mentre cambiano le percezioni e scopro mondi e dimensioni che definire alternativi serve alla nostra paura ma non rende giustizia a ciò che siamo.
Proviamo ad ascoltare. Usiamo i sensi e l’intuito per renderci conto della sconfinata ampiezza di noi. Non limitiamoci per nostra stessa scelta, di fatto dimostrando di avere scarsa stima, nulla fiducia nelle nostre meravigliose capacità: siamo tanto di più e tanto di meglio rispetto a quanto la razionalità vorrebbe imporci.
In questi giorni so di vivere in una regione che vorrebbe chiudere i confini e stabilire un limite alla propria capacità di accettazione: anche questa è una scelta, libertà di scelta prima di tutto. Ma cosa ne è della visione lunga, di un futuro che oggi non esiste ma arriverà? Cosa sarebbe di noi se altri applicassero la medesima decisione – cioè la chiusura – in un frangente di nostra profonda difficoltà? Odio chiama odio finché qualcuno decide di applicare l’amore, inutile dichiararsi religiosi o credenti se non si capisce l’immensità di Dio che ama e accetta senza distinzione. Usiamo Santi, Maestri, Angeli e Dio solo come amuleti o vogliamo decidere di aprire orecchie, mente e cuore a ciò che vogliono insegnarci? Crediamo di avere un Dio speciale che riservi un amore speciale solo a noi? Se Dio esiste, l’amore speciale è l’ultima cosa che ha in mente. Ho conosciuto atei molto più accoglienti di chi frequenta alcune chiese, ho conosciuto religiosi che sacrificavano se stessi per amore di gente sconosciuta. Siamo belli e perfetti ma a volte non lo sappiamo.
Abbracci e Luce a voi. Senza limiti, confini, distinzioni e giudizio.
E, come dicono alcuni in modo più o meno ironico quando leggono le mie riflessioni, AMEN.