Anima di burro
Tu che scrivi puoi chiamarmi Anima di burro. Già immagino la tua reazione: stai pensando che sia uno scherzo, che la fantasia sia entrata in gioco e stia inventando le parole che credi di intuire da una voce che sussurra chissà dove. Invece no.
Nelle pieghe tenui della nostra felice comunicazione, in questo tuo essere canale vuoto che riempio di amore sotto forma di discorso, sono vero. O vera, decidi tu. Le Anime non hanno sesso, dovresti averlo capito da tempo (che poi il tempo non esista è un’altra storia): assumiamo un sesso o l’altro quando decidiamo quale prova superare incarnandoci di nuovo. Anche per questo nell’eternità sorridiamo inteneriti dai vostri tentativi umani di separare i sessi (ah, no, li chiamate “generi”) affermando che esista un solo modo per amarsi e penetrare i corpi e i cuori e le Anime: se solo ricordaste cosa siete capireste di non avere sesso, siete perfetti così e potete amare chi vi pare.
Tu che scrivi sei incarnata donna, ricordo le mie incarnazioni femminili e a volte vorrei esserti più utile: mi verrebbe voglia di suggerirti cosa fare per soffrire meno, ma so che non è permesso e verrei meno alla regola più ovvia di questo nostro eterno volo. Ci incarniamo per evolvere ancora, per superare prove da noi stessi stabilite in un insieme di predeterminazione e libero arbitrio che con la tua mente attuale non puoi ancora cogliere. Nella mia ultima incarnazione, per esempio, avevo deciso di vivere il concetto di velocità e realizzazione personale attraverso l’amore agli altri: credo di esserci riuscito (ero uomo, allora) e sulla velocità niente da dire perché sono morto correndo per strada, sudato e pieno di adrenalina grazie a una musica sparata nelle orecchie.
Puoi chiamarmi Anima di burro, dunque: quando volo ho l’impressione di scivolare tenera e delicata, e se riuscissi a scorgermi noteresti un riflesso giallo pallido, quasi opalescente; e nelle mie incarnazioni sono sempre golosissima di burro, chissà perché. In questo pomeriggio di foglie variopinte che si lasciano strapazzare da un vento leggero e freddo e non decidono di lasciarsi cadere dai rami intirizziti voglio raccontarti la mia storia, o almeno quella parte della storia che potrà divertire la tua indole romantica. Perché sono vite, vite e vite che inseguo il grande amore.
Da incarnati abbiamo un’idea curiosa delle Anime: quando chi amiamo lascia il corpo fisico diventa, nel nostro immaginario, una specie di icona santa che non si separa più da noi, sorride sempre e sta seduta su una nuvola in ozio eterno e gaio. Chi muore nel corpo fisico è un’idea, una fotografia statica che continua ad amare le stesse persone, a frequentare gli stessi luoghi e a proteggere le medesime relazioni. Ma ti immagini che noia? Tutto l’amore di questo nostro eterno esistere non basterebbe: cosa facciamo seduti su una nuvola o in piedi accanto a chi è incarnato, in vigile attesa che accada non so che? Ci convinciamo di questa assurdità per non soffrire, credo, e perché non abbiamo voglia di lasciare andare chi è partito prima. Eppure basterebbe un po’ di logica per comprendere la verità: così come si evolve da incarnati, si continua a evolvere da anime. Nessuno abbandona nessuno, è solo che si riesce benissimo ad amare da vicino gli incarnati proseguendo nei compiti che da Anime ci siamo prefissati.
E ci si ama forte anche qui, altroché: roba che da incarnati farebbe arrossire il più audace amatore della riviera romagnola. Solo che per noi è una compenetrazione di Anime, e detto così vi farà sorridere ma è un miliardo, due miliardi di volte più intenso della compenetrazione dei corpi fisici.
Roba triste e un po’ infantile come la gelosia o il possesso resta indietro insieme al vestito di carne, muscoli e ossa che non serve più, ma l’amore no, non si lascia indietro: diventa più acuto, totale, diventa un gioia incommensurabile che è la vera creatrice di ogni mondo, di ogni pensiero, di ogni alito di vento.
Ci si ama tutti (o quasi), soprattutto tra Anime la cui vibrazione è affine, ed esistono le simpatie speciali. I più arditi tra gli incarnati le chiamano Anime gemelle, altri Fiamme gemelle, altri ancora Anime compagne: ci siete vicini, amici miei, anche se non potete comprendere fino in fondo. Qui le parole non hanno senso, le usiamo con voi per farci capire. Dovete sentire, non ragionarci su: è questo il vostro errore anzi il nostro errore, mi ci metto anche io per tutte le incarnazioni che ho sciupato pensando troppo e sentendo poco. Sentire apre una strada più ampia rispetto all’uso eccessivo delle facoltà di ragionamento.
Provate a sentire un amore così eterno, colossale, incendiario e assoluto da creare l’Uno pure mantenendo due individualità. Provate a chiudere gli occhi e a intuire che esista qualcuno che vi completa perché è ovvio che sia così, che vi comprende e ama oltre i limiti delle parole e dei gesti, che sarà sempre – in eterno – lì con voi anche se percorrerà il percorso evolutivo con la libertà piena e la felicità innamorata di chi non ha più limiti.
Anima di sole è la mia Fiamma gemella, è l’amore che inseguo di incarnazione in incarnazione. Si chiama Anima di sole perché dovendo scegliere un nome per il medium gentile che ne accoglieva i messaggi ha optato per un’immagine che piacesse a entrambi. Anima di sole preferisce le incarnazioni che abitano accanto al mare, nei paesi caldi, e quando va a finire in posti che scarseggiano di luce e sono molto freddi trascorre mesi intrattabile e triste; il suo medium era un giovanotto esile e asmatico che per sentirsi meglio doveva affacciarsi al mare e respirare il sole.
Così, quando ad Anima di sole è arrivata per l’ennesima volta la domanda comprensibile ma sciocca “Come ti chiami?” si è lanciata in una creazione che la riportasse alla sensazione meravigliosa del sole sulla pelle. Che le Anime non abbiano nomi non avendone bisogno non vi sfiora mai, ma lo capiamo benissimo e sappiamo che cercate in noi chi avete amato: ecco perché quando ci ripresentiamo per dirvi di non soffrire più ci mettiamo giù da gara e vi mostriamo l’immagine di noi che ricordate, ma abbiamo cura di dimagrire e ringiovanire un bel po’. Vi amiamo quanto ci amate voi, ma il nostro amore ha canali più puliti: se possiamo fare qualcosa per rendervi felici ci adeguiamo di corsa.
Ho incontrato Anima di sole all’inizio di noi. Abbiamo danzato a una festa stupenda che ha riempito l’eternità. Ha un’energia così perfetta, un tocco tanto amorevole e sensuale che non ho più avuto attenzione che per lei. Le nostre vibrazioni si sono subito compenetrate, abbiamo creato l’Uno e ritrovato le nostre individualità restando una dentro l’altra e irradiando amore a tutte le Anime intorno. Poi ci siamo dette che era ora di partire: entrambe avevamo chiesto di incarnarci per superare alcune prove, quindi ci saremmo ritrovate dopo il passaggio nella forma umana.
Dovete sapere che quando si parte per un’incarnazione il distacco è piuttosto triste, non è facile rinunciare alle prerogative di essere Anima nell’eternità, e non è neanche facile abbandonare per un po’ le Anime affini e gli impegni che abbiamo preso là. Se poi abbiamo scelto la Terra che è tipicamente un luogo di incarnazione difficile siamo un po’ preoccupati: sicuramente evolveremo con un salto notevole grazie alle limitazioni e all’ambiente, ma insomma non è piacevole rinunciare a volo e amore incondizionato per una vita che, anche nella migliore delle ipotesi, provocherà dolore.
Dopo la prima danza e la nostra compenetrazione nell’Uno ho salutato Anima di sole con la speranza che ci saremmo riconosciute. Succede che le Anime gemelle si gravitino reciprocamente intorno nella vita incarnata, ma di solito non ci si riconosce mai. Ci si sfiora, ci si insegue senza ricordarlo, ci si scopre affini quando una delle due Anime vola via perché il corpo muore (mi è accaduto di rendermi conto solo dopo che la mia Anima gemella fosse incarnata in una persona che conoscevo, l’ho capito quando è volata via e il mio cuore si è frantumato ed è rimasto a metà senza che esistesse ragione razionale), ma il riconoscimento non avviene. Si riconoscono a volte altre Anime affini, magari molto affini, ma la gemella quasi mai. Salvo eccezioni, certo, ma finora non mi è successo.
Così volo e realizzo i miei progetti di Anima e aspetto, cerco, sogno la mia amata Anima di sole. So dove è incarnata, mi è dato di conoscere il momento del suo ritorno qui. Uso il canale bello e puro della tua mano che scrive, cara amica, perché so che hai compreso il compito difficile e meraviglioso che ti è dato: porta il mio amore ad Anima di sole, dille che Anima di burro è sempre accanto a lei e che non deve smettere di amare, di sperare, di costruire la sua vita da incarnata con il massimo dell’energia e della forza. E per ogni amore che incontra con il suo corpo fisico sia felice e vibri alto: il mistero stupendo dell’amore eterno le spiegherà perché compenetrarsi l’Anima è la realizzazione assoluta di sé ma non è mai, mai una questione di possesso e di esclusiva.
Amati come ti amo io, Anima di sole.
Il mio amore è con te.