sono normale, quindi so amare: breve riflessione su etero, omo, natura e amore

 In Blog, I racconti del taccuino, la posta del cuore (?)

2013-10-13 12.21.14

 

Che io mi metta a parlare di politica è escluso: credo alla professione della donna o dell’uomo politici, professione che richiede esperienza, pulizia dell’anima e del cuore, preparazione e nessuna improvvisazione. Chi fa politica ha un lavoro, non può dedicarsi al bene collettivo come se fosse un hobby o un passatempo collaterale: non è investito da capacità magiche solo perché al di fuori della politica ha un ruolo sociale importante (un medico, un avvocato, uno scrittore, un quellochevoletevoi non sono ottimi politici per investitura divina, per esempio). La politica è serietà e pulizia, pretende professionisti che sappiano amare i loro simili e i dissimili riconoscendo loro uguali diritti. Richiede anche un po’ di talento, come ogni missione intrapresa con le energie e i pensieri che vibrano alto.

In questi giorni si parla molto, anche se spesso a sproposito, di amore eterosessuale o omosessuale, di diritti da garantire più o meno a chi segue una presunta legge naturale o dettata direttamente alle orecchie di alcuni da un Dio capace di fare differenza tra i suoi figli. Si parla di bambini: si usano i loro diritti, la loro felicità, la loro delicatezza per sostenere a fasi alterne questa o quella posizione a favore o contro adozioni, uteri che vagano tra un affitto e una proprietà rivendicata in manifestazione, legami destinati a tutelare eredità, patrimoni, reciproche fedeltà amministrative. E si dimentica l’essenza.

Ciò che noi siamo è energia e amore.

Provate a sedervi al mio posto in un ambulatorio oncologico, un lunedì mattina. Mettetevi il mio camice, infilate il mio tesserino nella tasca sul petto o appendetelo al risvolto, dite “avanti” e aspettate. Chiunque vi si presenti di fronte, probabilmente avrà il cancro. E voi dovrete ascoltare, spiegare, accogliere pianti e speranza e rabbia furente e terrore e disperazione e senso di vita e senso di morte. Guardando negli occhi chi vi chiede aiuto.

Sedetevi, chiamate il/la prossimo/a paziente e osservate, ascoltare, aprite la bocca per rispondere alla tragedia di chi spera che voi siate lì per salvare la vita.

Adesso, in quella stessa posizione con il mio camice addosso, rispondete alle mie domande.

1. Vi è venuto in mente di chiedere se chi avete davanti sia eterosessuale o omosessuale?

2. Avete pensato per un picosecondo allo stato civile di quella persona, e se per caso sia sposata con qualcuno che ha il medesimo sesso o sesso diverso?

3. Se la persona vi dice di avere figli piccoli ed è molto, molto malata pensate a quei bambini chiedendovi da dove arrivino e se per caso siano destinati, in caso di morte di quel genitore, a restare con l’altro genitore (qualunque sesso abbia) che li ama, oppure se partiranno con un razzo intergalattico per la tarantella delle adozioni, gli affidi, i periodi di prova in case ignote con pseudogenitori che non hanno mai incontrato?

4. Vi chiedete se la legge naturale per le persone che avete davanti sia la salute o la malattia, la famiglia eterosessuale o omosessuale, il rapporto sessuale alla missionaria o in altre fantasiose posizioni?

Bene, se qualcuno di voi è riuscito a calarsi nel REALE di ciò che ogni giorno succede forse comprenderà perché, non parlando di politica, voglio dire la mia sui giochi di marketing, autopromozione, battibecco sterile, squallido uso di spazi visibili nei media di femministe, maschilisti, femminomaschilisti, religiosi, atei, indecisi, eterosessuali, omosessuali, metasessuali nel tempo delle decisioni del Governo e del Parlamento sulla legge sulle Unioni Civili.

Noi siamo una nazione che è nata e cresciuta su una cultura che tutto il mondo riconosce. Cultura vera, quella che plasma le coscienze. Come possiamo accettare che tra noi esistano voci che dichiarano che i diritti vanno bene, ma non per tutti? Come possiamo accettare che alcuni dei nostri rappresentanti politici manifestino per togliere diritti a chi sentono diverso?

Una piccola domanda a chi si sente così sicuro di conoscere la volontà di Dio e il corretto indirizzo delle leggi naturali (sempre nel verso eterosessuale, ovvio): siete certi che chi avete visto in sogno e vi ha rivelato il Verbo fosse proprio Dio? No, perché se era lui chiamatelo un attimo indietro: voglio sapere se devo smettere di curare chiunque si presenti a me, e stabilire regole di merito maggiore o minore.

L’amore è amore, non si basa su una legge naturale diversa da questa: si ama, e basta. I diritti hanno la medesima legge naturale: valgono per tutti.

Quando si dibatte su ciò che ha un impatto sulla vita della gente è necessario spogliarsi di tutto, tranne che dell’amore, dell’empatia e della concretezza. Scendete dalla bicicletta del marketing e dell’autopromozione, amici, e venite sulla mia sedia di medico che lavora con i malati di cancro: solo dopo avere guardato negli occhi una decina di pazienti potrete dirmi, con tutta l’onestà che avete nel cuore, che gli esseri umani sono tra loro diversi e alcuni non hanno i nostri stessi diritti.

 

 

 

 

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