Le Parole e la Magia
Lavoro con le parole e le emozioni: lo scrittore fa questo, usando le parole e le emozioni crea magia o pensiero o riflessione o illusione o un possibile presente alternativo, un futuro possibile.
Lo scrittore ha lo stesso sguardo del medico: vede tutto, nota ogni dettaglio e le conseguenze, le cause di ciò che appare. Sa, anche quando non dice. Essere entrambe le cose – scrittore e medico – ha reso il mio sguardo ancora più acuto: è sguardo e fiuto, sensitività genetica che affila le vibrisse a ogni nuova percezione.
E, seguendo il percorso sottile dello sguardo e della percezione, intuisco il potere straordinario delle parole.
Le parole salvano: sappiamo questo. Le parole uccidono: sappiamo anche questo. Ma le parole – benedette, adorate, maledette, cercate e temute – tolgono potere alla magia.
Mi capita di pubblicare qua o là doni magici che sento nascere da qualche parte nel cuore: lo faccio perché mi va, perché gioco seria con l’energia bella di ognuno di noi. Abbiamo bisogno di equilibrio mente- corpo ma anche di sottili, benefiche magie. Ogni volta spero che nessuno ponga domande. “Come funziona?”. “Di cosa si tratta?”. “In quale libro trovo questa magia?”.
Il mistero non ha parole, ragazzi. E quasi quasi vorrei dirvi che neanche la buona scrittura ha parole: un libro affascina e incanta, ci porta altrove, e deve fare dimenticare lo scrittore e le parole. In un libro che risuona dentro lo stile colpisce ed è il mezzo: le emozioni poi fanno il resto, incarnano e scatenano la magia. E’ come la storia del dito e della luna: possiamo fermarci e godere per lo stile (passaggio necessario e utile per i lettori esigenti come me), ma dobbiamo alzare le pupille alla luna. Altrimenti stiamo fermi, incollati alla terra, e non esploriamo il cielo: il cielo non si esplora con la razionalità, ma con tutti i sensi aperti.
Le magie sono magie, non hanno parole. Anche la scrittura, quando esplode di bellezza.