Insulti e commenti sul corpo: è questa la lotta politica?
Ho scelto, liberamente e con gioia, di occuparmi della salute del corpo: per me equivale a dire che ho il bisogno, il desiderio profondo di accompagnare chi sta male in un percorso di recupero dell’equilibrio psicofisico. Non mi occupo di politica: ne so quanto basta per decidere chi e cosa votare in scienza e coscienza, ma non ho una passione per il lavoro della politica e per le sue dinamiche.
Non posso fare a meno di notare, però, che oggi la disputa tra parti avverse o diverse abbia preso una piega che niente ha a che fare con i contenuti: un giro veloce nei social network ma, va detto, anche negli altri media rende l’idea di un enorme gruppo di persone che ha deciso di criticare le figure politiche usando le imperfezioni (vere o presunte tali, chiamiamole specificità) fisiche. E allora ritorno con la mente a mio padre Abele, medico, che a noi figli insegnò di non commentare mai l’abbigliamento e il corpo delle persone: non sono argomento di giudizio, non devono esserlo.
Giudicare come, poi? Con quali strumenti?
Il giudizio è impossibile perché per giudicare dovremmo ritenere di essere migliori o con maggiori strumenti a disposizione: non lo siamo.
Cari amici che usate la vostra energia per pontificare: state impiegando male il tempo e le risorse, potreste fare mille cose migliori per voi e per gli altri.
Ammetto di essere piuttosto sconvolta: nei social network ieri sera ho notato gente che si occupa della salute dei pazienti commentare la faccia della Ministra Boschi, l’altezza dell’onorevole Brunetta e altri dettagli che mi hanno allibita.
Ma come vi permettete? Quale rabbia feroce vi porta a pensare di essere migliori fisicamente di chi non vi piace a livello politico? Non capite che così state scadendo nell’ignoranza, nell’assurdo? La critica sociale, la discussione politica sono esercizio legittimo della libertà e dell’intelligenza, ma prendere di mira l’aspetto fisico di qualcuno “che vi irrita” è mancanza di ragioni vere, è mero esercizio dell’antipatia infantile che ci faceva dire che qualcuno non ci piaceva, senza un perché. Non è intelligenza, e non è cultura.
E mi domando quale esempio si stia dando ai giovani, ai bambini: sarei curiosa di comprendere cosa stiano ricevendo da questi scambi di insulti senza argomento culturale. Imparano a odiare un volto che non gradiscono, e la bambine a detestare le donne (loro simili, dunque) fortunate, di potere e fisicamente belle.
Perché non vorrete dirmi che la maggioranza degli insulti alla Ministra Boschi – che non conosco personalmente e non sto valutando dal punto di vista politico – siano basati sulla solida conoscenza del suo operato: è molto bella, giovane e Ministra, questo basta a farla detestare da un certo numero di donne.
E così non andremo avanti, donne, sappiate: è un atteggiamento che divide e non funziona. Come le femministe che se la prendono con altre femministe perché sono più morbide e non tirano su barricate ormai ridicole e fuori tempo, come le donne di mezza età che se la prendono con le giovani e tentano di rallentare la loro vita (e viceversa): sono freni tirati, potentissimi. Siamo le peggiori nemiche di noi stesse.
Insomma, uomini e donne che insultate senza contenuti, non vi ho capito. Referendum o no, Governo o no, cosa c’entrano i corpi? Mi aspettavo un’Italia migliore, e non alludo al risultato del referendum.