Il romanzo nascosto senza una memoria
Sono ritornata a casa tardi, ieri. In una scatola piazzata nell’incavo delle braccia portavo alcuni libri di medicina e, appesa a due dita, la valigetta medica di mio papà. Non ho avuto esitazione: sono oggetti che devono vivere nel mio studio, nello spazio personale dove scrivo. Non ho nemmeno tolto il cappotto e mi sono diretta lì. Appena sono entrata non ho avuto bisogno di cercare lo scaffale adatto: è stato lui a chiamarmi, fuori dai luoghi degli altri libri e di ogni altro dettaglio usuale. Peccato fosse già pieno di quaderni e rilegature.
Esistono priorità che non prevedono dubbi: lineari, assolute, appuntite come frecce. Ho appoggiato alla scrivania libri e valigetta e tolto dallo scaffale ciò che lo occupava: di cosa si trattasse non aveva importanza. Sistemati gli oggetti del cuore, ho dedicato attenzione al resto. E ho scoperto di avere un romanzo inedito di cui avevo perso memoria. Tre quaderni grossi, deformati dalla grafia tonda e pesante della BIC blu. Titolo: ROMANZO 1 – 2 – 3. Ho sfogliato senza convinzione, almeno all’inizio: pensavo si trattasse di “Ritorno ai delfini” (uscito alcuni anni fa), o di un’altra storia che ho iniziato senza mai terminare. Invece no. Non riconoscevo i personaggi e gli ambienti, ero calata in una narrazione che sembrava di qualcun altro. Poi un dettaglio: Gardone. La nebbia nella testa non si è diradata, ma l’ho riconosciuta come tale: era nebbia, non totale oblio. So di avere scritto qualcosa che ha a che fare con Gardone, so che forse c’è di mezzo un morto, ma altro non intuisco dalle pieghe e dalle circonvoluzioni cerebrali.
Insomma, ho scritto un romanzo intero e non lo ricordavo. Ne ho recuperato l’esistenza grazie agli oggetti di mio padre portati a casa perché mi accompagnassero ogni istante della mia successiva vita: è l’ennesimo aiuto di Abele, di cui leggerete ne “Il Grande Lucernario”.
Il cervello è strano, strane le emozioni. Ho un nuovo romanzo da leggere e non so come vada a finire: l’ho scritto io, e non lo sapevo più.