Il grande lucernario. Intervista a MariaGiovanna Luini
Articolo di Silvia Castellani
Ride. Fa un segno volgare con un dito e propone il ristorante cinese che ha anche sushi: figurati, sai la fantasia. Adoriamo la cucina cinese e giapponese, io ho anche una passione per lo zighinì eritreo e alcune insalate libanesi, ma tocca a lei scegliere. E amo la cucina Thai, l’hummus di ceci, tutti i ravioli orientali di foggia differente tranne quelli di verdura, i piatti misti di carne e verdura con salse a parte, le patate. Vado pazza per le pietanze sicule: credo che le panelle – le frittelle di farina di ceci che si possono gustare anche nel pane, con il pepe e una spruzzata di limone – siano da tutelare come bene assoluto dell’umanità. E vogliamo parlare della brianzolissima cassoeula con la polenta? Come per il sesso, dovrei dire che ho una passione per il cibo in generale: divento pazza quando provo piacere, lo ricerco e lo inseguo. Umberto diceva che per me la rosticceria più in di Milano è il centro del mondo, rideva chiamandomi «italiani sempre manciare». Raccontava che quando da ragazzino aiutava i partigiani fu ferito dall’esplosione di una bomba e portò la scheggia nel corpo sino alla fine: osservando le mie abitudini alimentari imitava alcuni soldati tedeschi che prendevano in giro gli italiani perché pensavano sempre a mangiare.
«Italiani sempre manciare!» Se mi sorprendeva a mangiare ridacchiava e: «Italiani sempre manciare!» …continua a leggere