Decidi chi vuoi essere, e vai
Qualche volta la vita alza il tiro: lo fa perché sei pronto e non devi indugiare oltre. Lo fa perché la staticità fa male e non esiste, non realmente: il cambiamento, che preferisco definire “evoluzione”, è lo stato naturale. Chi si oppone all’evoluzione riceve alcuni segnali, che via via si fanno più intensi: oltre un certo limite arriva lo scossone che spinge avanti.
Il fatto è che nasciamo con almeno un percorso istintivo, chiamiamolo un talento, e se non lo seguiamo o tentenniamo o – peggio – ci nascondiamo in un’immobilità irrealistica l’equilibrio corpo-mente si ammala, ma soprattutto si ammala il destino. Arriva il momento in cui si decide chi si vuole essere, e di solito accade perché si è intuito qualcosa: un barlume, una traccia, un sospetto di identità.
Non ho voglia di ammalare il mio destino, anche se l’evoluzione costa memorie ed emozione e certezze da vanificare. Non ho chiesto per me di trascorrere il tempo – breve o lungo – della sopravvivenza fisica nell’attesa che tutto finisca senza troppo dolore. E voi?