La Via della Cura: non abbassare lo sguardo.
Nelle svolte, nelle pause, nelle crisi: teniamo alto lo sguardo. Ogni evento della vita ha almeno due aspetti: quello immediato e contingente e quello in relazione al quadro globale, al percorso dell’anima (o dell’energia, scegliete la parola più adatta alla vostra sensibilità). Fermarsi a una visione ristretta significa attribuire significati e accendere emozioni di un certo tipo, rifiutando di accettare che ogni evento (in guadagno o in perdita) sia l’espressione di un cammino unitario che ha avuto inizio alla nascita e terminerà con la morte fisica. Non è sbagliato: è semplicemente una scelta.
Mantenere le pupille sopra il livello dell’orizzonte è uno dei più grandi aiuti nei passaggi drammatici e nelle scelte difficili: invocare il proprio potere d’anima, le risorse nascoste che potremmo definire “Guaritore interno” dipende dalla capacità di astrarre, di non limitarsi a una descrizione materialista e finita di se stessi, di aprire il terzo occhio per scorgere una luce più in là. Non facciamoci bastare le parole altrui, i referti che dovrebbero descrivere il nostro corpo, i pareri di chi ha molto studiato: impariamo a sentire!
Il senso dell’essere qui proprio adesso esiste, ma non lo vediamo: ci si presenterà altrove, in un momento differente. Non è un’elaborazione razionale e non ha a che vedere con il passato e il futuro: è il flusso continuo dell’esistenza, che crea e distrugge e ripara e modifica ogni cosa. Scopriremo che un filo sottilissimo ma solido ci guida se saremo capaci di una fiducia quieta, se spalancheremo il chakra del cuore (nonostante tutto): l’energia di guarigione risiede lì.