La donna con il Guaritore dentro

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C’è un segreto che tutti conosciamo, eppure a tanti sfugge: la guarigione inizia dentro, mai fuori.

Ieri nel mio studio è arrivata una donna che aveva alcune domande sul percorso di terapia indicato da un centro di eccellenza: truccata, capelli in ordine, abito sobrio e molto elegante, mi ha raccontato di essere reduce da un intervento chirurgico addominale e cinque cicli di chemioterapia. Durante il ricovero per la chirurgia ha avuto un’infezione piuttosto violenta che ha provocato febbre altissima: l’hanno curata con antibiotici endovena.

Ho ascoltato dando uno sguardo ai fogli sulla scrivania, a ogni parola il mio sorriso si è allargato: per quanto folle possa apparirvi, avevo di fronte una delle persone più sane della giornata.

– Mi hanno chiamato la settimana scorsa, stavo giocando a golf. Vogliono farmi un altro ciclo perché ho risposto molto bene a tutta la cura e la malattia è sparita. Lei cosa ne pensa?

-Stava giocando a golf?

-Sì, mi sono quasi pentita di avere risposto.

Mentre parlava, ho pensato alla medicina orientale: l’infezione dopo l’intervento sembra una crisi di guarigione, ma non è il caso di raccontarlo. Ogni parola va scelta nel luogo, nel tempo, nel ruolo, altrimenti non aiuta.

Il colloquio va oltre l’ora stabilita, e non è la chemioterapia ad attirare la nostra attenzione: è ciò che dentro di lei parla incessante, e suggerisce i rimedi utili e quelli pericolosi. Pericolosi e utili per lei, nel suo sistema energetico: mi spiega che da sembra ha la sensazione precisa di conoscere il proprio corpo e di intuire cosa vada bene e cosa no. Non ha paura della malattia che ha avuto, non vuole esserne dominata: ha seguito le indicazioni dei medici e continuerà a farlo, ma non perderà occasione (come già è accaduto) di suggerire migliorie legate al suo sentire.

La osservo cogliendo le energie dentro e fuori, lascio andare i sensi per percepirne la vibrazione. Intanto la voce pacata e ferma pone domande sui vantaggi e gli svantaggi, l’alimentazione (che è da sempre equilibrata e saggia, il che non ha impedito che si ammalasse ma ha fatto sì che l’armonia individuale non fosse perduta) e il divertimento, il piacere e le emozioni.

-Sa, una dottoressa un giorno mi ha detto che posso continuare a fare la mia vita perché non devo morire domani, un altro dottore invece continua a ripetermi se mi rendo conto di avere avuto il cancro. Si mettessero d’accordo! E quel medico disfattista sottolinea proprio la parola: can-cro! Il problema è suo, penso, non mio: ho capito benissimo, ma non vedo perché vuole tentare di buttarmi giù. Gli fa rabbia che mi mostri serena? 

Non ho risposte a questo, o meglio: ne avrei, ma le tengo segrete. La relazione medico-paziente è uno specchio reciproco, la paura riguarda entrambi.

La guardo, la ascolto e vedo una donna sana, è sana dentro e la luce dell’interiorità si riversa su di me, sulla scrivania, sul lettino con la carta candida e liscia, sulla finestra spalancata su piazza Lima. Non ha letto libri, non ha seguito scuole o guru: semplicemente, sa. Sto parlando con il Guaritore interno di una donna che si muove in equilibrio, anche se il cancro l’ha visitata: ignoro come andrà a finire questa convivenza tra lei e la malattia, ma sono certa che la forza che si nasconde nel corpo non più giovane e amorevolmente mantenuto attivo darà molto filo da torcere a qualunque aggressione.

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