Giocando, prima di iniziare il nuovo.

Supponi che niente sia vero, che il mio mondo non sia lo stesso che vedi tu. Immagina che davanti ai miei occhi scorra una rappresentazione che stiamo commentando insieme, ignari che non si tratti della medesima scena e recitino persone differenti in ruoli che non hanno mai coinciso: credi di notare dettagli che corrispondono ai miei, ma sei a migliaia di epoche e chilometri e pensieri da me.

Il gatto bianco sulla scrivania è nella posizione che racconti? La busta azzurra con i Tarocchi giace sul libro con la copertina sciupata e i segni di matita dentro? Il piccolo Redentore di legno abbraccia il nulla di sbieco davanti alla collezione ossessiva dei romanzi di Simenon? Se la risposta è sì, non basta: potremmo avere una visione macroscopica unitaria, ma percezioni sottili quasi opposte. E allora non avresti ragione, ma neanche torto: si tratterebbe semplicemente di mondi che si sovrappongono senza identificarsi.

E’ come leggere una mano di Arcani pretendendo che l’Imperatrice voglia dire la stessa cosa per tre consultanti diversi, oppure scrutare la verità scientifica negli esami del sangue di quattro pazienti che ti piazzano davanti numeri e cifre uguali: non sono uguali, hanno storie, implicazioni, conseguenze che non si incontreranno mai.

Come fai a giudicare? Come pensi di possedere le informazioni che servono per sederti sullo scranno della Giustizia brandendo la bilancia e la spada? Meglio sarebbe giocare, giocare e giocare: se ti diverti rinunci a fingere che esista una verità sola. Il gatto bianco può avere accanto un suo fratello nero, o una gattina rossa: siamo noi a non riuscire a vederli. Toro Seduto appeso al muro sorride, muove gli occhi: lo hai notato? Se rispondi no stai sbagliando: non puoi sapere se a me abbia sorriso e con te resti zitto e fermo. Inizio una scrittura nuova e per la prima volta le spalle respirano ampio, prive di peso: non devo cercare il Vero, solo la Via della Cura nella declinazione che ho deciso di raccontare. La mia, non la vostra: solo la mia. Che potrete prendere e usare finché sentirete che il vostro gioco assomiglierà a quello che risana anche me.